
Le donne di tutta Europa sfidano l’estrema destra in Italia
Manifestanti da diversi paesi arrivano a Verona per opporsi al Congresso Mondiale delle Famiglie, il meeting internazionale degli ultra-conservatori

Migliaia di persone – tra cui donne da tutta Europa – sono in viaggio per raggiungere Verona, in Italia, per protestare contro il Congresso Mondiale delle Famiglie (WCF): un network di attivisti contro l’aborto e contro i diritti delle persone LGBT, e i loro alleati politici.
Hanno risposto alla chiamata del gruppo di Verona del movimento femminista italiano Non Una di Meno (NUDM), che sta organizzando un festival di tre giorni, un corteo e un’assemblea transnazionale in opposizione al Congresso no-choice.
Il programma degli eventi include incontri, proiezioni di film e tavole rotonde “tra movimenti femministi internazionali, che si trovano a dover resistere contro la crescente ondata della destra radicale e integralista”, si legge sul sito.
Il network del WCF ha organizzato per decenni conferenze internazionali per strategie di attacco ai diritti riproduttivi e sessuali – ma si ritiene che questa sia la prima volta che si trovino ad affrontare un tale programma di contro-proteste durante tutto il loro summit.
Le attiviste femministe che raggiungeranno NUDM a Verona arriveranno da Spagna, Francia, Germania, Polonia, Croazia, Regno Unito, Olanda, Svizzera, Bielorussia e Argentina.
Marta, un’attivista spagnola di 8M Commission – che ha organizzato nel suo paese lo sciopero dell’8 marzo, nella Giornata Internazionale della Donna – ha detto a openDemocracy che “l’approccio internazionalista dell’appello di NUDM ha colpito il suo gruppo, considerato che “molte delle battaglie che portiamo avanti nei nostri territori sono davvero comuni”.
“Abbiamo visto la chiamata delle femministe italiane e abbiamo voluto dimostrare loro l’amore e il supporto che avremmo voluto per noi nella stessa situazione”, ha aggiunto Niku, attivista del gruppo femminista UK Sisters Uncut, anche lei in arriva a Verona.
“L’Europa si trova a un punto davvero spaventoso, con questi movimenti di estrema destra e ultra-cattolici in crescita in molti paesi”, ha proseguito. “Ci sentiamo attaccate da questi ideali tossici, quindi l’unica opzione è quella di alzarsi e combattere contro questo odio”.
Jennifer, un’attivista tedesca parte del network europeo WIDE+, ha spiegato che anche lei sarà a Verona “per protestare contro il WCF e inoltre per mostrare solidarietà alle femministe in Italia e a tutte le persone che vengono colpite dalla destra e dal fondamentalismo religioso”.
Evgenia arriverà dalla Bielorussia, in rappresentanza del gruppo ADLIGA: women for full citizenship, per “supportare donne e uomini che credono fortemente nei diritti umani delle donne, nella cittadinanza piena per le donne e nel valore delle scelte individuali nelle proprie vite”.
L’attivista ha anche detto di venire a Verona “per combattere per quello a cui il WCF si oppone: l'uguaglianza di genere, il diritto delle donne a essere libere nelle loro scelte, i diritti LGBTQI”, e ha aggiunto: “Ho scelto di sostenere un concetto di famiglia come unione basata sull'amore, la cura e il rispetto per la diversità umana”.

Da quel momento altre amministrazioni locali hanno discusso mozioni simili – che sono state approvate al Consiglio regionale della Liguria e nella piccola cittadina di Ceriano, nel nord Italia.
Le attiviste femministe che stanno arrivando a Verona da tutta Europa hanno descritto le minacce ai diritti nei loro paesi, tra cui sistemi di giustizia sproporzionati contro le donne e l'ascesa di movimenti di estrema destra che difendono i cosiddetti valori “tradizionali” e ruoli di genere.
Belén, dalla Spagna, ha detto che il recente caso dello stupro de ‘La Manada’ – e la condanna per un reato meno grave di cinque uomini accusati di aver stuprato una donna nel 2016 durante il festival della ‘corsa dei tori’ a Pamplona – “ha mostrato come possa essere ciecamente patriarcale il nostro sistema giudiziario”.
“L’estrema destra è una minaccia reale nelle nostre istituzioni politiche, con l'ascesa del partito Vox che sostiene che le donne debbano tornare al loro ruolo tradizionale di casalinghe”, ha aggiunto.
Jennifer, dalla Germania, ha detto che la situazione in Italia sembra “più estrema” ma che anche nel suo paese “l’estrema destra è riuscita a influenzare il dibattito pubblico e dettare l’agenda”, mentre “quello che accade in Italia, Polonia o Ungheria… può facilmente succedere in altri paesi”.
In Bielorussia, così come in Italia, “il controllo sulle vite delle donne appartiene agli uomini. Alle donne viene data voce solo e quando si dimostrano fedeli agli uomini che detengono il potere”, ha spiegato Eugenia.
In Gran Bretagna, secondo Niku, “la narrazione mainstream è molto arrogante e presuppone che siamo una nazione progressista” – mentre le personalità pubbliche, incluse coloro che si auto-proclamano femministe “non riescono a vedere i diversi livelli di oppressione delle donne nella nostra società, e in particolare come le donne appartenenti a minoranze e di genere non conforme siano le più marginalizzate”.
“Dobbiamo stare insieme perché, come il mostra il WCF, i movimenti di estrema destra e ultra-cattolici sono molto coordinati e uniti, quindi dobbiamo esserlo anche noi”, ha detto Laura di NUDM Verona. “Stare insieme ci dà forza a vicenda”.
“Siamo la marea femminista, trans-femminista, antirazzista e antifascista che inonderà Verona”
Sabato (30 marzo), femministe, attivisti dei diritti umani e altri movimenti sociali scenderanno in piazza per protestare contro il WCF. “Siamo la marea femminista, trans-femminista, antirazzista e antifascista che inonderà Verona”, si legge sull’evento Facebook di NUDM.
Il gruppo ha anche organizzato un “festival femminista”, con incontri con esperte tedesche, francesi, serbe e polacche sul ruolo del gender e della famiglia nelle politiche dell’estrema destra; un documentario sulle lotte per i diritti LGBT in Uganda; una mostra di manifesti femministi storici rivisitati da alcune artiste; spettacoli teatrali, presentazioni di libri e altri eventi.
“Non volevamo organizzare ‘solo’ una protesta”, ha spiegato Laura di NUDM, volevamo “costruire una proposta alternativa alla visione che i movimenti di estrema destra e ultra-cattolici hanno delle donne e di tutte le soggettività che sono marginalizzate e discriminate, rappresentata dal Congresso Mondiale delle Famiglie”.
Anche altri gruppi hanno pianificato delle proteste durante il WCF – con flash mob e sit in – mentre la pagina Facebook “Veronesi aperti al mondo” ha pubblicato una lista degli hotel di Verona dove alloggeranno i partecipanti al WCF, invitando le persone a boicottarli.
Oltre 500 accademici, ricercatori e lavoratori dell’Università di Verona hanno firmato una lettera criticando il WCF per aver presentato opinioni e credenze religiose come prove scientifiche, compresa l'idea che l'accesso all'aborto sia “la causa del declino demografico”.
“Alcune posizioni che saranno discusse sono infondate e non convalidate dalla comunità scientifica”, ha detto il rettore dell’università. E ha aggiunto: “Per questa ragione ho negato l’uso degli spazi dell’università per ospitare l’evento”.
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