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Esclusivo: L’Italia spinge per un ruolo permanente del Vaticano nei dibattiti ONU sulla salute

I critici affermano che dare alla Santa Sede un seggio fisso all'Assemblea mondiale della sanità potrebbe mettere in pericolo i diritti sessuali e riproduttivi nel mondo. English Español

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Claire Provost
13 May 2021, 5.08pm
The Vatican, Rome
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Flickr/DavidMacchi/CC BY-NC-ND 2.0

L'Italia sta spingendo affinché il Vaticano – un risoluto oppositore dei diritti riproduttivi e sessuali – abbia un ruolo permanente nei dibattiti sulla salute delle Nazioni Unite, rivela  OpenDemocracy.

Una manciata di altri paesi europei, comprese le conservatrici Ungheria e Polonia, sarebbero co-sponsor della proposta di risoluzione sostenuta dall'Italia all'Assemblea mondiale della sanità (AMS), l'organismo che governa l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS).

Da febbraio l'Italia è guidata da una coalizione che comprende sia il partito di destra Lega Nord che il Partito Democratico. L'obiettivo principale e ufficiale  del governo rimane quello di affrontare le crisi sanitarie, economiche e sociali legate alla pandemia COVID-19.

Eppure il governo ha recentemente proposto una risoluzione per formalizzare lo status della Santa Sede presso l'OMS per partecipare a dibattiti e riunioni, inclusi quelli dei comitati politici e di bilancio, allarmando i difensori dei diritti riproduttivi e sessuali.

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Jessica Stern, direttrice esecutiva del gruppo per i diritti LGBTIQ OutRight Action International, ha tuttavia contrapposto la missione dell'OMS di sostenere la salute di tutte le persone con la posizione di "esclusione" del Vaticano nei confronti delle minoranze sessuali.

"All’ OMS non c’è spazio per esclusioni su base religiosa, soprattutto nel mezzo di una pandemia che ha danneggiato in modo sproporzionato coloro che sono più vulnerabili, comprese le donne e le persone LGBTIQ", ha detto a openDemocracy.

Jamie Manson, presidente di Catholics for Choice, ha detto che il Vaticano ha cercato di ostacolare i progressi sui diritti delle donne e persone LGBT alle Nazioni Unite per decenni. La dottrina della Chiesa sulle questioni legate ai temi di  salute sessuale e riproduttiva, ha aggiunto Manson, “ha conseguenze sulla vita o sulla morte, in particolare nelle parti più povere del sud del mondo. Tutto ciò è molto serio."

Quando la proposta di risoluzone dell'Italia è stata condivisa per la prima volta con le delegazioni governative all'inizio di questo mese, la proposta era quella  di dare alla Santa Sede il diritto di co-sponsorizzare le decisioni su qualsiasi argomento – inclusi potenzialmente l'aborto, la contraccezione e le questioni relative ai diritti LGBT, a cui il Vaticano si oppone.

Questa settimana, l'Italia ha fatto marcia indietro sulla proposta iniziale. Il testo attuale – visto da openDemocracy – è cambiato e ora consentirebbe solo al Vaticano di “co-sponsorizzare le risoluzioni e le decisioni [AMS] che fanno riferimento alla Santa Sede”.

La versione attuale del testo sembra allineare la proposta con l'attuale ruolo del Vaticano nell'assemblea generale delle Nazioni Unite. Formalizza inoltre un accordo decennale ad hoc in cui il Vaticano è stato invitato ogni anno all'OMS a discrezione del suo direttore generale.

Il testo darebbe alla Santa Sede un seggio permanente al tavolo, anche se non le sarà comunque permesso di votare. I difensori dei diritti sono ancora preoccupati, tuttavia, a causa di come il Vaticano ha utilizzato altri organismi delle Nazioni Unite per "ostacolare" i diritti sessuali e riproduttivi.

Neil Datta, segretario del Forum parlamentare europeo sui diritti sessuali e riproduttivi (EPF), ha affermato: "Papa Francesco dà al Vaticano un'immagine più morbida, ma la sua diplomazia internazionale e il contenuto in fondo non sono cambiati".

"Con uno status così istituzionalizzato all’AMS, al contrario degli inviti di cortesia, la Santa Sede potrebbe iniziare ad agire qui come fa in altri settori dell'ONU e questo potrebbe causare problemi per i diritti sessuali e riproduttivi", ha avvertito Datta.

Caroline Hickson, direttore regionale della International Planned Parenthood Federation (IPPF), ha lanciato l’allerta sottolineando che rafforzare "l'influenza conservatrice della Chiesa cattolica in questo spazio cruciale per la collaborazione internazionale sulla salute pubblica [...] potrebbe significare un disastro per la salute riproduttiva e i diritti delle donne".

Precendenti anti-diritti

Il Vaticano si è a lungo opposto all'aborto, alla contraccezione, alla maternità surrogata e alla fecondazione in vitro (IVF), nonché al matrimonio e all'adozione per le coppie dello stesso sesso.

Stern di OutRight Action International ha citato come esempi le precedenti linee guida vaticane "che negano l'esistenza e i diritti delle persone transgender e intersessuali" e la difesa delle Nazioni Unite "contro numerose iniziative di parità di genere e LGBTIQ".

Datta ha anche osservato che le delegazioni vaticane ai gruppi di lavoro del Consiglio d'Europa hanno incluso rappresentanti del Centro europeo per il diritto e la giustizia (un ramo di un gruppo statunitense gestito da Jay Sekulow, un ex avvocato personale di Donald Trump).

Gualberto Garcia Jones, funzionario legale della Santa Sede presso l'Organizzazione degli Stati americani (OAS), fa anche parte della commissione di CitizenGO, che nel 2020 ha lanciato una petizione  per tagliare fondi all'OMS accusata di  "promuovere false informazioni sul COVID della Cina comunista".

Inoltre, nel 2019, diversi funzionari vaticani sono stati elencati come relatori nel vertice  del Congresso mondiale delle famiglie, una rete di movimenti anti-aborto e anti-LGBT fondata da ultra-conservatori statunitensi e russi.

I negoziati sulla proposta dell'Italia sono in corso a porte chiuse e le posizioni sembrano cambiare rapidamente, sia all'interno dell'Unione Europea che a livello internazionale. Questa mattina si è tenuta una riunione informale sul testo ma nessuno degli stati ritenuti co-sponsor della risoluzione, compresa l'Italia, ha risposto alle richieste di commento. Anche la Santa Sede non ha risposto.

Lo scorso ottobre, i governi conservatori guidati dagli Stati Uniti sotto l'amministrazione Trump hanno pubblicato il loro "consenso di Ginevra", che inizialmente doveva essere lanciato a margine dell’AMS 2020, e che alla fine è stato rinviato a causa della pandemia.

Questa dichiarazione afferma, tra le altre cose, che "non esiste il diritto internazionale all'aborto". Mentre alcuni si aspettavano che questo documento morisse con la fine del mandato di Trump, non è andata così e il testo continua ad essere uno strumento di organizzazione globale per stati e movimenti conservatori.

L’AMS di quest'anno si svolgerà a Ginevra dal 24 maggio al 1 giugno 2021.

Secondo l'OMS, ogni anno milioni di donne in tutto il mondo vengono ricoverate in ospedale e decine di migliaia di donne muoiono a causa di aborti non sicuri, che sono più comuni dove l'aborto è illegale.

Segnalazione aggiuntiva di Nandini Archer e Lou Ferreira

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